Thursday, October 22, 2009

Italian feedback to Urbino lectures


The Epistemic Relevance of Morphological Content
- Una riflessione sul ‘joke-getting’ -

Il contenuto morfologico è stato definito da Matjaž Potrč come un’informazione implicita, che viene colta ed elaborata dal sistema cognitivo senza essere rappresentata esplicitamente.
Per illustrare questo concetto, ha usato l’esempio del ‘joke-getting’, espressione che tradotta in italiano non ha la stessa immediatezza e perde parte del suo significato: comprendere una barzelletta.
Matjaž Potrč afferma che nell’apprezzare una barzelletta entra in gioco una componente implicita, non evidente, dell’informazione: questa componente non è presente nell’esperienza cosciente del ‘joke-getting’, eppure, questa stessa esperienza cosciente è resa possibile e allo stesso tempo ingloba l’aspetto inconsapevole, non conscio, non esplicito.
È impossibile a questo punto non notare una certa somiglianza con la teoria freudiana relativa al motto di spirito.
Per spiegare questa analogia è indispensabile far riferimento alla distinzione fra processo primario e secondario, e di conseguenza ai concetti di conscio ed inconscio.
Il processo primario è proprio del sistema inconscio ed è caratterizzato dal libero fluire dell’energia psichica da una rappresentazione all’altra (secondo i meccanismi di condensazione e di spostamento) e dalla tendenza alla gratificazione immediata.
Il processo secondario, invece, appartiene al sistema conscio: la scarica è differita, l’energia viene legata, le rappresentazioni sono investite in modo stabile.
Nel motto di spirito (così come nel sogno e nei lapsus), si ha un compromesso tra conscio e inconscio, tra processo primario e processo secondario: il contenuto primario o inconscio viene espresso attraverso il linguaggio verbale naturale, che Freud classifica come processo secondario o cosciente.
Il ‘joke-getting’ può essere quindi inteso come un processo di decodifica inconsapevole o automatica: il destinatario del motto di spirito dall’immagine verbale riesce a risalire al contenuto implicito, latente, espressione dell’inconscio.

Al di là delle somiglianze, ci sono delle differenze non trascurabili: il contenuto inconscio del motto di spirito efficace è sempre di natura sessuale, mentre il contenuto morfologico non ha questo tipo di connotazione, se non accidentalmente.
Inoltre, credo che
Matjaž Potrč usi il termine ‘inconscio’ con il significato di ‘non consapevole’, ‘non esplicito’, ‘non evidente’, e in ogni caso non con il significato che gli attribuiva Freud.

Vague Content in Non-Vague World
- Il vago confine tra vago e non vago -

Matjaž Potrč sostiene che la vaghezza appartiene all’ambito del pensiero e a quello del linguaggio, e non a quello ontologico:
[…] no in-the-world-vagueness, only vagueness in thought-content and language-content.
Nella poesia, nella vita quotidiana, la vaghezza non costituisce un problema, tutt’altro; non a caso l’aggettivo ‘vago’ in letteratura è usato anche come sinonimo di ‘amabile’, ‘bello’, ‘grazioso’.
All’opposto, nella logica e in campo scientifico, è di fondamentale importanza eliminare la vaghezza.
Matjaž Potrč ha quindi spiegato la sua concezione di vaghezza attraverso due paradossi, quello del calvo e quello del mucchio, o del sorite.
Il paradosso del sorite è generalmente attribuito al filosofo greco Eubulide di Mileto, e si può formulare nel modo seguente:
Dato un mucchio di sabbia, se eliminiamo un granello dal mucchio avremo ancora un mucchio. Eliminiamo poi un altro granello: è ancora un mucchio. Eliminiamo ancora un granello, e poi ancora uno: il mucchio diventerà sempre più piccolo, finché rimarrà un solo granello di sabbia. È ancora un mucchio, quando rimane un solo granello? E se un solo granello non è un mucchio, allora in quale momento quel mucchio iniziale non è più un mucchio?
La vaghezza sarebbe pertanto una qualità insita in ogni
Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Paradosso_del_sorite"situazione che implichi un continuum, poiché la mancanza di uno ‘sharp cut-off’, un confine ben definito, è implicito nel concetto di continuum.
What makes a property ontologically non-vague? It is not sorites-susceptible. […]
Tuttavia, Matjaž Potrč ha affermato che quello stesso ‘cut-off point’ è assente, quando si tratta di stabilire un limite tra vago e non vago: anche la vaghezza sembrerebbe quindi una proprietà ‘sorites-susceptible’.

Valentina Busco Mei
Scienze psicologiche dell’intervento clinico


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